Emergenza Coronavirus: niente sfratto per morosità

Il tribunale di Napoli ha respinto una richiesta di rilascio di un immobile poiché l’affittuario non aveva pagato una parte dei canoni per le difficoltà economiche risultate dal lockdown.

La crisi provocata dall’emergenza Covid è stata ritenuta un valido motivo per evitare lo sfratto richiesto dal proprietario dei locali ad uso commerciale nei confronti di un commerciante. Lo ha deciso il tribunale di Napoli, che ha respinto la richiesta di sfratto per morosità: per lo stop allo sfratto è stato necessario effettuare il pagamento di una sola parte della somma dovuta.

Per il residuo mancante è stata tenuta infatti presente la crisi economica dovuta al Coronavirus, che ha sicuramente inciso in maniera negativa sull’economia dell’interno paese.

È da dire che lo sfratto è saltato solo provvisoriamente. Il giudizio procede nella fase di merito che prevede la mediazione obbligatoria effettuata nel tentativo di risolvere la disputa prima di arrivare a sentenza. All’inquilino intanto è bastato opporsi costituendosi in giudizio e dimostrando di aver pagato parte della somma dovuta dopo la notifica dell’atto introduttivo del procedimento.

Al momento in Italia chi ha pagato in ritardo i canoni di affitto del locale commerciale perché costretto a chiudere non può essere cacciato via. Tuttavia, ciò non significa che l’importo non è più dovuto: i giudici giustificano infatti il ritardo ma va detto che il debito deve essere saldato. Va ricordato che le norme introdotte dal governo hanno bloccato sì gli sfratti fino al 31 Dicembre 2020 ma non la loro convalida.

Sempre per il decreto Cura Italia non è possibile ridurre il canone una volta cominciata l’attività. Quindi una volta bloccato lo sfratto il pagamento deve essere saldato in ogni caso per intero.

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