La legge di Bilancio varata dal Governo, sottoposta al parere del Parlamento, porta grandi novità per i lavoratori part time: la bozza della manovra prevede a partire dal 2021 il pieno riconoscimento dei contributi per i dipendenti privati a part time verticale.
Come funzionava?
Fino ad oggi, per il calcolo dell’anzianità, l’INPS prendeva in considerazione solo i periodi di lavoro effettivo. In altre parole, i mesi di inattività dovuti al contratto stesso non venivano conteggiati a differenza dei contratti part time orizzontali. Ciò accadeva nonostante la giurisprudenza avesse spinto nella direzione opposta, ciòè chiedendo che per il part time verticale valesse lo stesso principio di quello orizzontale.
Facciamo un esempio pratico: oggi un lavoratore che da 10 anni ha lavorato con un part time verticale ciclico per 8 mesi all’anno, ha accumulato circa 6-7 anni di contributi. A partire dal 1°Gennaio 2021, potrà chiedere il riconoscimento dei 10 anni pieni per avere accesso alla pensione.
Le altre manovre
La manovra prevede ovviamente altre misure che interessano la pensione. Prime fra tutte, è stata confermata l’Opzione Donna per le lavoratrici che entro il 31 dicembre 2020 avranno compiuto 58 anni (59 se autonome) e che hanno accumulato almeno 35 anni di contributi.
Confermata anche l’Ape sociale per chi compie nell’arco del 2021 i 63 anni e si trova in una situazione di difficoltà economica. L’importo massimo della pensione sarà di 1.500 euro lordi fino ai 67 anni, cioè fino al raggiungimento del requisito di età per accedere alla pensione di vecchiaia.